ClioTime

ClioTime
una storia diversa

giovedì 20 marzo 2014

Le prime pagine di CLIO TIME


CLIO TIME

Episodio 1:

C’è una domanda all’inizio di questa storia:
“Quante storie, delle storie più famose, pensate siano andate proprio come ve
le hanno raccontate?
Forse ci sono storie che tutti conoscono, ma nessuno Conosce veramente.”
Titolo: “Clio Time”
Autrice: Claudia Rossi
Illustrazione di copertina: © Claudia Rossi




1.
C’è una donna affacciata alla finestra di uno dei tanti grattacieli di
Manhattan, e fuori c’è la neve che cade incessantemente ormai da giorni.
“ Giorni candidi …
Come fiocchi di neve che cadono dal cielo, apparentemente tutti uguali,
ma nel loro intimo, nella forma e nella struttura: tutti diversi …
Infiniti … “
Mormora lei mentre la mano si sposta verso il vetro per sfiorarlo
e poi richiudersi in sé, quasi a voler racchiudere quel pensiero.
“ Vorrei che così fosse anche per me.
Solo giorni candidi, come soffici fiocchi di neve, fino alla fine, anzi …
Senza fine … “
Alza lo sguardo e vede i fiocchi cadere in una danza concentrica e lieve.
La stanza è una grande camera, con le pareti bianche, un uomo seduto sul
letto la osserva.
“ Ah Ah!
Ti annoieresti dopo un paio di settimane!
Io ti conosco. “
Lei si gira verso di lui.
“ Tu. Mi conosci??

Non sai neppure di cosa sto parlando.
Potrei aver trasformato il piombo in oro … un tempo … “
E ridendo, a metà fra il serio e lo scherzoso, va verso di lui.
“ Ma ora non c‘è più tempo, perché tutto sta cambiando. “
Conclude girando una piccola clessidra che aveva nell’altra mano.
La sua mente sembra ripercorrere una storia lontana.
C’è una domanda, come una voce fuori campo, all’inizio di questa storia:
"Quante storie, delle storie più famose, pensate siano andate proprio come ve
le hanno
raccontate?
Forse ci sono storie che tutti conoscono, ma nessuno conosce veramente".
EGITTO 30 a.c.
La sfida Ottaviano Augusto -Cleopatra Tolomei, ovvero Egitto -Impero
romano, è ormai all’ultimo round:
Ad Azio, navi egiziane sono in porto da mesi.
In attesa di un epico scontro con le flotte romane, gli uomini, seppur per
la maggior parte schiavi o galeotti, quindi poco esperti di battaglie, si chiedono
cosa stia succedendo.
Le scene sono eloquenti:
Navi che marciscono, perché in acqua da mesi e colano a picco o vengono
bruciate. Uomini che sonnecchiano sulle imbarcazioni, si ubriacano e spiano le
sontuose feste della corte egiziana, trasferita ad Azio per l’occasione.
Se battaglia ci sarà, non sarà certo una battaglia normale.
Finalmente all’orizzonte compare la flotta nemica: quattrocento navi da
guerra romane, contro poco più di duecentocinquanta navi egiziane.
Marco Antonio è già in mare sulla sua nave, si lancia all’attacco, ma già
intuisce l’esito nefasto.
Ottaviano si gode la scena da una nave commentando con i suoi generali.
´” Dove pensano di andare con quei quattro legni ammuffiti? “ Ironizza.
Cleopatra osserva la scena da una rupe e si precipita verso il porto.
Ordina di salpare ponendosi a capo della sua retroguardia, formata da
poco più di sessanta navi.
“ Avanti tutta! “ Urla dalla prua della nave.
In un attimo il sorriso beffardo dipinto sul volto di Ottaviano, si congela
in una smorfia di diniego.
La flotta di Antonio si apre a ventaglio davanti a loro, senza lasciargli più
alcuno spazio per l’accerchiamento. E da dietro, al centro della flotta di
Antonio, improvvisamente e a gran velocità, compaiono le navi di Cleopatra.
I generali romani rimangono spiazzati e nel timore di essere speronati si
fanno da parte.
Mentre la sua nave sfreccia accanto a quella di Antonio, Cleopatra fa
cenno di ripiegare e di uscire dal porto.
I romani allibiti si vedono passare davanti mezza flotta nemica senza un
minimo di combattimento.
A Roma i romani entreranno in porto vittoriosi.
In Egitto, gli egiziani accoglieranno la regina e il condottiero.
Ma Antonio si sente sminuito da un’azione per lui tanto vile e progetta di
riscattarsi.
“ Come hai potuto fare una cosa simile? ” Urla a Cleopatra mentre gira
avanti e indietro per tutta la lunghezza della sala del trono.
“ E tu come pensavi di affrontarli? Facendoti accerchiare e speronare
senza neppure combattere? “
“ Non tocchiamo questo tasto, chi ha deciso di aspettarli nel porto?”

Cleopatra esce dalla sala con aria piccata. Si affaccia ad una terrazza che
Guarda verso i giardini e pensa: “ Non ho mai fatto subire al mio popolo delle
guerre ingiuste, anche se non ci sono guerre giuste.
Non posso fermare i romani se questo richiede lo sterminio di un intero popolo.
Antonio pensa all’onore.
Ottaviano pensa al potere. Io, io … ho combattuto per tutta la vita per
inseguire un sogno .“
Muove le mani come per afferrare qualcosa d’impalpabile nell’aria.
Intanto Ottaviano ha ripreso la sua campagna contro l’Egitto.
Crollano una ad una le avanguardie terrestri, ormai Antonio ha perso
credibilità e Ottaviano marcia verso Alessandria.
“ Presto, presto! Dovete portare tutto al mausoleo entro domani sera.”
Cleopatra impartisce l’ordine di trasferire il tesoro reale fuori dalla reggia e di
portarlo al suo mausoleo, dove ha fatto accatastare legname e ogni sorta di
materiale infiammabile lungo tutto il perimetro del palazzo.
Antonio sferra un attacco alle guarnigioni di Ottaviano, alle porte di
Alessandria e sbaraglia temporaneamente il nemico, che si apposta in una
specie di assedio.
Dopo i clamori e i rumori della battaglia,la situazione è in stallo completo.
Antonio passeggia nervosamente fra le file del suo esercito. Decide di mandare
una sfida ad Ottaviano per rompere gl’indugi.
“ Capitano! Voglio che recapitiate questo messaggio ad Ottaviano
Augusto!”
Ottaviano accoglie con aria serena il capitano egiziano e senza scrivere
nulla gli conferisce l’incarico di dire al suo condottiero: “ Se Antonio vuol
morire, ci sono tanti mezzi, io non me ne arreco la responsabilità.”
Appena riceve l’ambasciata, Antonio fa uscire il capitano. Poi crolla sul
suo scranno, con la testa fra le mani.
“Sono al comando di un esercito di mercenari, senza alcuna motivazione,
forchè quella dell’oro e non ho più la stima neppure del mio nemico. “
Si alza e chiama il ciambellano, che arriva solerte.
“ Voglio che organizziate un sontuoso banchetto per questa sera e che
tutti i miei amici vi prendano parte, sarà la memorabile cena degli “inseparabili
fino alla morte” .”
Ricevuto l’ordine il ciambellano si ritira con aria titubante.
La cena è davvero sontuosa, Antonio dice che non avrebbe mai portato i
suoi amici in battaglia, se non fosse stato sicuro della vittoria, ma tutti già
sapevano che non ci sarebbe stata battaglia.
Cleopatra con la mente un po’ appannata dai fumi dell’alcol si alza da
tavola e va verso Antonio, sussurra qualcosa al suo orecchio, lui si alza e la
segue fuori dalla stanza.
“ Antonio mio grande, forte, infelice condottiero. Il nostro amore mi è
costato un regno, non costerà anche le nostre vite, ne quelle del nostro
popolo.
La città è ormai di Ottaviano.
Gli attori sono pronti e hanno studiato bene la loro parte. “
“ Gli dei fuggiranno da questa epoca di barbarie, arrogante e guerriera, del
resto la mia dinastia non è stata da meno. Ma il mio regno ha conosciuto la
pace e la prosperità.
Preferirei morire o fuggire, piuttosto che arrecare danno al mio popolo … “
Antonio la osserva con una espressione ironica, stranamente calmo,
trattiene ogni segno di orgoglio ferito, mentre lei neppure lo guarda e continua
ad osservare il panorama di Alessandria che si vede da quella terrazza.
“ Proprio come hai fatto ad Azio! Mi hai trascinato in battaglia sapendo
che non avresti mai combattuto! Tu mi hai tradito! “
Lei si gira con le lacrime agli occhi.
Lui continua a sbraitare.
“ Non è una novità per te, ma io ho un codice d’onore da rispettare! “
Cleopatra continua a guardarlo con le lacrime agli occhi, non sa se per il
troppo vino o per qualcosa che si è rotto dentro di lei, forse è il suo cuore.
Scuote la testa.
“ Mio grande, stupido amore. Cosa posso fare per farti capire?
Devo fuggire sola e disperata, lontano da tutto e da tutti, come il grande re
immortale? Lasciarti allo stupido destino che ti stai scegliendo?”
Lui la osserva stranamente ancora più calmo e impassibile.
“ Devi !
Puoi! Vattene!”
In tre parole con tono deciso e perfettamente coerente con il suo
atteggiamento, lui le dice di andarsene. Un misto d’incredulità e di sconcerto si
fondono ora sul volto di Cleopatra.
“Forse non hai capito, noi due …”
Lui le punta il dito contro facendola indietreggiare barcollante.
“ Tu non hai capito! Non c’è più un noi, sono solo. Solo e sconfitto, ma
da un romano, come me, quindi non ho nulla da recriminare.
Per me tutto finisce qui.”
Un fiume di lacrime sembra emergere e sgorgare dagli occhi di Cleopatra.
Tutto si spegne attorno a lei.
Questo è ciò che dico io.
Quello che segue è ciò che dicono gli storici:
Il giorno dopo Cleopatra si rifugia nel mausoleo con il suo tesoro, decisa
ad uccidersi e a far bruciare l’eventuale bottino. Avverte Antonio delle sue
intenzioni e lui decide di fare altrettanto, ma la lama non raggiunge il cuore e
non muore subito. Cleopatra viene a sapere dell’accaduto e chiede che Antonio
sia portato da lei.
Lui muore fra le sue braccia, lei si uccide poco tempo dopo …
La leggenda dice che:
Dopo la cena d’addio a palazzo, organizzata da Antonio, quella stessa
notte, mentre Ottaviano assediava Alessandria, gli dei lasciavano la città.
“ Verso la mezzanotte, quando una atmosfera di sconforto e di paura era
calata sulla città, si udì una musica meravigliosa, insieme a voci che cantavano
armoniosamente e allo stesso tempo si sentì il clamore di una folla, in cui si
mescolavano le grida dei baccanali e degli estatici salti dei satiri, come se una
banda di gaudenti abbandonasse la città.”
E’ Plutarco che narra questo episodio “leggendario” avvenuto la notte del
31 Luglio del 30a.c.
Il giorno dopo l’esercito di Antonio si arrende
senza combattere e Ottaviano Augusto entra in città. Si presenta con un
cappelluccio di paglia che lo ripara dal sole, discutendo con un amico filosofo,
per mostrare a tutti quanto sia pacifico e assicura che la città non verrà distrutta.
E da quel giorno, quello stesso mese prese il suo nome, chiamandosi Agosto in
suo onore.
Di tutte le versioni, una cosa è certa: Antonio e Cleopatra non sono mai
stati portati a Roma da sconfitti, sembra ci siano stati i figli, non primigeniti, e
che poi siano stati adottati dallo stesso Ottaviano.
Dunque Cleopatra e Antonio si sono uccisi.
Tutti concordano su questo punto.
Pochi ricordano “la fuga degli dei” da Alessandria.
E ancor meno le profezie delle Sibille.
Quindi la storia dei Tolomei, ultima dinastia che ha regnato in Egitto,
finisce qui.
Almeno fino a quando nell’Italia centrale e precisamente in una cittadina
di origine etrusca, poi colonia romana, infine comune ricco e fiorente, spunta
una ricca famiglia di commercianti: I Tolomei !
Siamo nell’anno mille e qualche cosa …
L’imp